L’eiaculazione precoce (EP) colpisce 1 uomo su 3. Una disfunzione sessuale abbastanza diffusa, parliamo di circa il 30-40% della popolazione maschile. In molti ne soffrono ma in pochi ne parlano, è un argomento delicato e confrontarsi non è affatto semplice.
La consapevolezza è il primo elemento di successo per affrontare il disturbo, soprattutto quando questo dipende da fattori psicologici. Come sostiene il sessuologo Francesco Battista di Roma sul suo sito www.francesco-battista-sessuologo.it è fondamentale conoscere la storia personale del sintomo per poter porre rimedio al disturbo.
Cosa è l’eiaculazione precoce
Sulla EP vi sono molteplici definizioni, non tutte sono corrette. L’unica fonte autorevole in merito è il DMS IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) che definisce l’eiaculazione precoce come il disturbo caratterizzato da “una persistente e ricorrente insorgenza dell’orgasmo e dell’eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale prima, durante o subito dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri”. Sono dunque tre i fattori principali del disturbo: la persistenza e la ricorrenza, brevità della stimolazione necessaria affinché si presenti l’eiaculazione e frustrazione per il fatto che si vorrebbe posticipare l’eiaculazione ma non si riesce.
Ciò implica che tutti gli episodi occasionali non sono assolutamente da ricondursi al disturbo. Un ragazzo che ha poca esperienza, un uomo che è stato in astinenza per lungo periodo o che ha alle spalle una separazione conflittuale può vivere momentaneamente situazioni di precocità sessuale durante i rapporti. Spesso in questi casi basta recuperare la propria serenità per risolvere il problema, laddove invece si passa dall’occasionalità alla persistenza e ricorrenza è bene richiedere il parere di un professionista.
Quali sono le cause dell’eiaculazione precoce?
Le principali cause del disturbo sono di natura medica o organica e più spesso di natura psicologica.
Nel primo caso si tratta di malattie genito-urinarie come hiv, gonorrea, clamidia, sifilide, uretriti e prostatiti. A questi si aggiunge il caso del frenulo corto, l’ipersensibilità del glande, la sclerosi multipla e possibili disfunzioni sessuali della partner. Le figure mediche da interpellare sono l’urologo e l’andrologo.
Dal punto di vista psicologico le cause dell’eiaculazione precoce sono molteplici. Oltre all’ansia, i fattori che rendono difficile il controllo volontario dell’eiaculazione sono l’inesperienza o bassa frequenza dell’attività sessuale, i sensi di colpa, la vergogna, la paura di essere scoperti provata soprattutto dai giovanissimi.
A giocare un ruolo fondamentale vi sono poi fattori di stress interni ed esterni. I primi sono scaturiti dal proprio modo di pensare e interpretare i diversi contesti, mancanza di problem solving che rende impossibile trovare soluzioni adeguate e l’influenza dello stress sul sistema ormonale. Gli stress esterni sono le molteplici preoccupazioni collegate alla propria condizione economica e all’ambito lavorativo, ai problemi di salute, il dolore per la perdita di una persona cara. Infine vi sono i fattori di natura relazionale come conflitti, tensioni e frustrazioni di coppia. In questi casi è bene chiedere l’aiuto di uno psicologo, psicoterapeuta o di un sessuologo, quindi professionisti specializzati in disturbi sessuali.
Quante tipologie di EP esistono?
Il fattore che determina le diverse tipologie di eiaculazione precoce è l’esordio del disturbo stesso. Si definisc e primaria quando si presenta dall’inizio dell’attività sessuale del soggetto; secondaria quando compare dopo un periodo variabile di normale attività sessuale; disturbo generalizzato quando è sempre presente nell’attività sessuale dell’uomo e situazionale quando si presenta in determinate situazioni o con determinate partner.
Che effetti ha sulla coppia?
Una coppia che affronta il disturbo dell’eiaculazione precoce vive una situazione asincrona. Una coppia simile può anche avere un’attività sessuale frequente ma la qualità del rapporto è assente o ridotta. Il partner che non soffre del disturbo prova sentimenti di delusione, irritazione per il fatto che l’altro raggiunga l’orgasmo molto prima. Viene a mancare la sincronizzazione che è fonte di frustrazione per la coppia. Il paziente sperimenta emozioni negative come la vergogna, il timore, l’umiliazione e un senso di inadeguatezza. Tutto ciò porta inevitabilmente a dei conflitti di coppia che generano un senso di separazione tra i due partner.
Come si cura il disturbo di eiaculazione preoce?
La cura dell’eiaculazione precoce è diversa a seconda della cause. Se il disturbo non è di natura medica affidarsi alla psicoterapia rappresenta la scelta migliore. Tra i diversi approcci quello che garantisce migliore risultati è la terapia cognitivo-comportamentale ed in particolare la Terapia Mansionale Integrata (TMI). Quest’ultima attraverso diversi compiti ed esercizi da fare in coppia o da soli migliora la capacità di ascoltare l’evolversi delle sensazioni erotiche e di mantere il controllo sul riflesso eiaculatorio, aumenta la capacità di regolare l’eccitazione attraverso il respiro con training di rilassamento, attenua l’ansia da prestazione e migliora la qualità dell’intimità con la partner. La durata media di una TMI è di circa 3 mesi. Un periodo relativamente breve durante il quale il soggetto affetto da eiaculazione precoce imparerà a gestire la problematica insieme alla sua partner e a mantenere i risultati ottenuti con la terapia riducendo o azzerando il rischio di ricadute.