La Mole Antonelliana è uno dei monumenti più conosciuti e rappresentativi d’Italia. Dopo aver detenuto per lunghissimo tempo il record di edificio più alto d’Europa, ha avuto una storia travagliata ma oggi è sede di uno dei poli museali più prestigiosi di Torino.
Questo fantastico monumento merita una visita all’interno, ma anche il potersi godere la sua atmosfera con calma, nel quartiere universitario che lo ospita, magari attraverso un bike tour per la città di Torino per godere di varie visuali del monumento.
Storia della Mole Antonelliana
Originariamente, l’edificio passato alla storia come Mole Antonelliana, avrebbe dovuto ospitare una sinagoga e la scuola ebraica ad essa collegata. A richiederne la costruzione, naturalmente, fu la comunità ebraica di Torino, che iniziò i lavori nel 1863.
All’epoca il progetto originario prevedeva l’innalzamento di un edificio di “soli” 47 metri d’altezza, tuttavia l’architetto che fu incaricato della sua realizzazione decise di stravolgerlo, aumentandone l’altezza fino a 70 metri. L’ambizioso architetto si chiamava Alessandro Antonelli e dal suo cognome derivò il nome con cui l’edificio è oggi conosciuto.
I lavori avviati dall’Antonelli sforarono rapidamente i costi previsti per la sua realizzazione, che aumentarono ulteriormente quando ci si rese conto che il terreno scelto per erigere il mastodontico edificio non ne avrebbe sostenuto il peso, rendendo necessari ulteriori lavori di consolidamento.
Stufi della continua levitazione dei costi, nel 1873 i committenti decisero di rivendere l’edificio al Comune di Torino e costruire una sinagoga più modesta nel quartiere di San Salvario. Il Comune stabilì di completare la Mole dedicandola al Re Vittorio Emanuele II.
Libero dalle limitazioni imposte dalla comunità ebraica, Antonelli decise di aumentare ulteriormente l’altezza dell’edificio, che con l’aggiunta del famoso tempietto e della sua immensa guglia terminante con la raffigurazione di un genio alato (simbolo dei Savoia), arrivò a misurare ben 113 metri nel 1877.
Alcune curiosità sulla Mole Antonelliana
La Mole Antonelliana si sviluppa su una pianta quadrata che culmina in una cupola a piramide a sua volta sormontata da una sorta di “antenna”. Per questa sua particolare conformazione, molti studiosi di esoterismo ritengono che il monumento sia capace di convogliare le energie positive del cielo e della terra.
Tra i suoi vari primati, la Mole fu uno dei primi monumenti torinesi a godere di illuminazione notturna: tra l’Ottocento e il Novecento la Mole era illuminata attraverso un sistema alimentato a gas.
Ne era convinto anche il filosofo Friedrich Nietzsche, il quale in una lettera scrisse di aver associato la Mole alla figura dello Zarathustra, in grado di mettere in convogliare dentro di sé le energie del cielo e della terra a beneficio degli uomini.
Oggi la cuspide della Mole culmina in una stella tridimensionale a 12 punte: è la terza decorazione che ha coronato la Mole. La prima fu il già citato spirito alato, che cadde dalla sua guglia nel 1904 a seguito di un violento temporale: rimase in bilico sul balcone sottostante e, miracolosamente, rimase integro.
Il genio alato venne sostituito da una stella a cinque punte, simbolo tradizionale dell’Italia, che però venne distrutta da un temporale il 23 Maggio 1953. All’epoca fu l’intera guglia a cadere e spezzarsi, fortunatamente senza provocare vittime. Venne ricostruita solo sette anni dopo: la guglia attuale ha un’anima metallica che le impedisce di cadere.
Oggi la Mole Antonelliana ospita il Museo Nazionale del Cinema, ma prima di esso ospitò il Museo del Risorgimento, che venne traslato nella sede attuale (palazzo Carignano, in Via Accademia delle Scienze), soltanto nel 1938.
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