La sensazione di debolezza che molte persone provano rappresenta una delle principali cause di richiesta di consulto medico specialistico. Nella maggior parte dei casi questa sensazione di “mancanza di forze” (il termine tecnico è astenia) non è dimostrabile o individuabile da un osservatore esterno. Questo avviene nonostante il soggetto percepisca chiaramente una sensazione di stanchezza, malessere, mancanza di iniziativa e facile esauribilità anche con sforzi miniali.
Più raramente l’astenia si associa ad altri sintomi, anche importanti, quali crampi, contrazioni involontarie, parestesie o altre strane sensazioni.
L’astenia può insorgere sia rapidamente, ad esempio nel giro di poche ore, o può avere un andamento più subdolo e progressivo, con il soggetto che si accorge di aver perso parte della propria forza solo quando si trova di fronte alla necessità di uno sforzo (sollevare un peso, camminare a lungo e così via). La muscolatura interessata dal problema può essere circoscritta ad un solo distretto, come le gambe o le braccia, oppure ancora interessare tutto il corpo. Nei casi più gravi la debolezza coinvolge i muscoli respiratori, con importanti e rischiose conseguenze.
Tralasciando le cause più comuni (eccesso di attività fisica, mancato riposo, squilibri elettrolitici) la debolezza muscolare può essere determinata da un problema che interessa un punto qualsiasi delle lunghe vie anatomiche che portano l’informazione motoria dalla corteccia cerebrale ai muscoli: primo o secondo motoneurone, giunzione neuromuscolare o fibra muscolare.
“Quando si ha a che fare con la debolezza muscolare”, illustra il Dott. Davide Borghetti, neurologo pisano, “si pensa sempre ad un problema che origina nel muscolo. Se questo può essere vero in alcune condizioni patologiche, come nel caso delle miositi o delle miopatie ereditarie, occorre comunque considerare l’eventualità di danni a livello prossimale, ovvero lungo il primo o secondo motoneurone”.
Il trattamento dell’astenia dipende, ovviamente, dalla natura, dalla sede e dall’entità del danno. In alcuni casi, soprattutto nelle lesioni nervose o muscolari, potrebbe essere necessario un percorso riabilitativo. In ogni caso il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio medico di riferimento.